Era Pasqua, sì più o meno Pasqua. Passeggiavo per le vie della città di Aosta e ovviamente mi è venuta sete, ho fatto diversi pit stop e sebbene le vie centrali della città non hanno grandi salite, girato un angolo chi ti trovo? La fame chimica! Ci siamo salutati e nulla, non è andata via, mi ha accompagnato per tutta la visita alla città.
Che potevo fare se non assecondarla? Quindi ho iniziato a stuzzicare qua e là fin quando non ho incontrato Danila, cioè, prima di Danila ho incontrato un bicchiere del suo ottimo vino, tanto per aizzare ancora un po’ La fame chimica, dopo il vino ho conosciuto lei. Dov’ero? Nel suo locale, si chiama “La bottegaccia” che di “accia” non ha proprio nulla, anzi. Clicca qui per vedere dov’è esattamente “La bottegaccia” con Danila dentro.
Il godimento puro si è manifestato subito, musica ottima, vini eccellenti e poi, poi, poi non dimentichiamo che ero lì per dar da mangiare alla mia fame chimica che si faceva sempre più rompi balle.
Ok, ho fatto tutte le chiacchiere di rito, andiamo al sodo, vi dico cosa si mangia a “La bottegaccia”: tutto quello che un famelico chimico può desiderare. Prima vi dico come si mangia, a parte con le mani o con le posate, fate un po’ come volete, si mangia bene, benissimo. Il tagliere misto di salumi e formaggi è una roba che se sei uno psicopatico ti fa tornare sano di mente, se sei sano di mente ti fa scemunire. Vogliamo parlare del piatto di formaggi? Del pane? Vogliamo parlare dell’ospitalità di Danila? Ma di che vogliamo parlare, basta parlare, andateci, fermatevi, sedetevi e poi iniziate a godere fino allo sfinimento. Cin!
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